Descrizione
Soriano Calabro è nota per la sua vocazione dolciaria, deve la sua notorietà ai mostaccioli o mastazzola, biscotti compatti dalle varie forme e decorati con carta stagnola. Se ne contano tradizionalmente una cinquantina di forme e foggie delle quali le più diffuse sono la palma "a Parma", il paniere "u Panaru" , il vaso "a Grasta", il cuore "u cori", il pesce spada "u pisci spada" , la sirena "a sirena".
Secondo Luigi Accattatis nel suo vocabolario del dialetto calabrese, i mostaccioli sono "Mustazzuolu o mostacciolo è un dolce introdotto dagli arabi che si fa di fior di farina impastata con miele o con vin cotto, condito di varie spezie e cotto in forno.Il popolo usa questo berlingozzo, più che in altre occasioni , nei maritaggi.
Più preciso è il Giovan Battista Marzano "i mostaccioli sono dolci casarecci fatti con farina , miele,mosto cotto, conditi di droghe, in forma romboidali a pupattoli, panieri e simili; il nome deriva dal latino mustaceus ovvero mustaceum, da mustacea, un antica focaccia per le nozze. In ogni caso l'origine dei mostaccioli è incerta, la leggenda ne affida la diffusione ad un monaco, apparso e poi sparito nel nulla, che li avrebbe offerti generosamente alla popolazione sorianese.Su questi dolci particolarmente animati avrebbe vegliato San Domenico, il cui santuario era meta di pellegrinaggio e di culto, che diviene patrono dei mastazzolari ed il maestro artigiano viene chiamato "u monacu".
Storicamente, l'introduzione dei mostaccioli si attribuisce ai monaci Certosini del monastero di Serra San Bruno e poi ai Domenicani del convento di San Domenico, sorto nel 1510, che hanno insegnato, sostenuto e promosso tra glia artigiani locali l'arte pasticcera e dolciaria, fiorente tra il '600 ed il '700.
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