Se c'è una cosa che il mondo del commercio moderno ha in comune con quello antico, è la necessità di tenere il conto delle merci in transito. Ma sapete dove ha avuto inizio tutto ciò?
Cari Goestrini, tuffatevi con noi in questo viaggio a ritroso nel tempo, verso le antiche terre dell'Elam, un fiorente regno sviluppatosi tra il III e il I millennio a.C. nelle terre ove oggi è ubicato l'Iran occidentale. È proprio in quei tempi e in quelle lande che, tra le numerose meraviglie delle civiltà antica, nasceva anche la bolla di accompagnamento, l’antenata ancestrale dell’odierno Documento di Trasporto (DDT)!
Perché si dice “Bolla” di Accompagnamento?
Agli inizi di questa storia, gli elamiti non avevano ancora sviluppato i loro primordiali sistemi di scrittura e di numerazione, cosa che sarebbe successa di lì a poco, ma essi erano già un bel po’ avanti nel mondo degli “affari” rispetto ai loro cugini, molti dei quali abitavano ancora nelle caverne e vivevano di cacciagione. Fondamentalmente il loro “business” si basava sulla vendita di bestiame d’allevamento.
Ora provate a mettervi nei panni di un mite pastore elamita di 5000 anni fa che deve portare un certo numero di pecore ad un suo cliente; come farà a separare dal suo gregge il numero esatto di pecore se il concetto di “numero” ancora non esisteva? 🤔 Con le pietre!
L’intuizione geniale (beh, quantomeno se rapportata a quell’epoca) stava semplicemente nel mettere da parte un sassolino per ogni pecora che transitava davanti agli occhi del pastore mentre le spostava da un posto ad un altro; quando alla fine l’intero gregge era transitato, il mucchietto di pietruzze era una rappresentazione matematica della quantità di capi che ne facevano parte. 💡
Si, ma che c’entra questo con la “bolla”? Ottima domanda, ma ci arriviamo. ✋
Questo sistema, evidentemente, prese subito piede in quelle remote lande mediorientali, e sin da subito iniziò ad evolversi. Ad esempio, si capì che il metodo risultava un po’ scomodo quando si trattava di contare molte decine, se non centinaia, di animali; in fondo le pietre pesano! Ecco che allora gli elamiti iniziarono anche ad attribuire un diverso valore numerico ai diversi sassolini, a seconda della loro grandezza o forma; ad esempio si poteva decidere che una pietra più grande ne rappresentasse 10 piccole e così via.
Considerato che adesso non era più necessario un elevato numero di pietre, poco dopo si pensò anche ad un sistema più comodo per trasportarle; in fondo anche il destinatario di quelle pecore aveva il diritto di contarle alla consegna per verificarne la corretta quantità. Ed ecco che i pastori elamiti iniziarono a racchiudere tutte le pietruzze della conta all’interno di una (pensate un po’) bolla di argilla, 🤯 la quale, una volta indurita era semplice da portarsi dietro e da rompere all’arrivo per contare i sassi che conteneva!
Ebbene sì, la Bolla di Accompagnamento si chiama così perché alle sue origini era esattamente… una bolla!
Era un sistema geniale nella sua semplicità, ma noi homo sapiens siamo una razza in continua evoluzione e la storia dell’antenata del Documento di Trasporto non è ancora finita.
Dalle pietre ai segni: La nascita della scrittura numerica
Ad un certo punto imprecisato di quei secoli dimenticati, a qualcuno venne un’altra idea: perché non incidere dei segni sulla bolla quando l’argilla è ancora fresca per indicare il numero e la forma delle pietre che contiene? In questo modo non sarebbe stato più necessario rompere la sfera. Infine i commercianti di bestiame cominciarono a pensare che non avesse senso mettere dei sassolini nel contenitore se la loro stessa funzione poteva essere assolta contando le incisioni (ma va?! 😅).
Di lì al successivo “lampo di genio” non passò molto tempo. Quei gran furboni degli elamiti decisero di non produrre più complicati manufatti di forma sferica, ma di utilizzare delle semplici tavole d’argilla, più facili da trasportare e sulle quali era più comodo applicare i segni rappresentativi dei diversi valori numerici. Da un certo punto in poi, si iniziarono anche ad incidervi sopra dei anche dei simboli pittografici che indicavano i diversi tipi di merce trasportata. Quasi in contemporanea con quella dei sumeri, stava nascendo la scrittura elamita.
Ed ecco che le sembianze della Bolla di Accompagnamento cominciavano sempre più ad assomigliare a quelle dell’epoca moderna!
Ebbene, cari goestrini, commercianti o acquirenti che siate, siamo giunti alla fine di questo nostro curioso excursus culturale tra i meandri del passato. Noi vi salutiamo qui, per ora, ma la prossima volta che compilerete un DDT o che ne troverete uno in un pacco di Goestro, ricordatevi di dedicare un pensiero agli antichi elamiti, gli inventori della Bolla di Accompagnamento.